Iconografia del camino nei secoli

Il significato religioso, affettivo e sociale del caminetto dal 1500 ad oggi dedotto dalle rappresentazioni pittoriche.

Iconografia: sembra un termine difficile invece si tratta semplicemente di una parola di origine greca derivante da "immagine" e insieme "scrivere". E' una branca della Storia dell'Arte che si occupa della descrizione, classificazione e raffigurazione delle opere artistiche. Attraverso questa disciplina è possibile derivare dalle opere informazioni relative alle abitudini, al modo di vestirsi, di mangiare, di intrattenersi, di rilassarsi, di divertirsi ecc. in auge in precisi momenti storici. Sino a quando non fu inventata la tecnica fotografica, l'unica modalità a disposizione per riprodurre la realtà in bidimensione era la pittura. La fotografia, intesa come supporto e affiancamento delle arti visuali, si affermò dapprima col fine di proporre paesaggi ed elementi architettonici, e successivamente la borghesia e il popolo. La paternità di questa svolta epocale è contesa dal Francese Daguerre e dall'Inglese Talbot. Ad ogni modo, fino al 1839, anno di nascita ufficiale del daggherotipo, l'unico strumento su cui era possibile fare affidamento per sondare lo svolgimento della vita nei secoli precedenti a tale scoperta era il dipinto.

Il camino, attraverso i secoli, è stato spesso rappresentato quale elemento importante degli ambienti interni in cui si svolgeva la scena, ma con significati diversi perché inseriti in contesti differenti dato che l'artista intendeva comunicare, anche attraverso la sua presenza, un contenuto piuttosto che un altro. A cavallo tra il ‘400 ed il ‘500 l'olandese Hyeronimus Bosch (1453-1516) sviluppò la sua arte e, volendo raffigurare l'accidia -uno dei sette peccati capitali-, dipinse un personaggio che dormiva con il capo inclinato da un lato davanti a uno spoglio caminetto mentre una suora, che personificava la Fede, gli rammentava i suoi doveri di preghiera. L'ambiente è austero come si suole se si intendono affrontare temi così pruriginosi,  e infatti anche il camino è quasi spento per non mitigare la tensione con la sua allegria.

L'accidia

Cambiando tema, ma rimanendo sempre nello stesso periodo storico, è datata 1581 l'opera "Dar ospizio ai pellegrini" del fiammingo Maarten de Vos che propone il concetto dell'ospitalità riproducendo nel suo quadro non soltanto una tavola ben imbandita in segno di accoglienza, ma anche due letti e un bel camino dinnanzi al quale ospiti e padroni di casa si intrattengono in piacevoli conversazioni pregustando la deliziosa cenetta. Dunque il focolare ancora una volta simbolo di valori religiosi, ovvero il benvolere e di opere di misericordia.

A partire dal 1600 i membri delle famiglie altolocate hanno iniziato a  farsi ritrarre dall' artista preferito nell' ambiente casalingo attorniati quindi dai loro orologi finemente  intarsiati, dai broccati, dagli specchi, dalle cornici lavorate, dalle grandi finestre all'inglese e… il quasi onnipresente caminetto. Attraverso questo elemento architettonico si intendeva trasmettere il concetto della coesione familiare.


"Le Dèjeuner"

Un esempio (però del secolo successivo, precisamente 1739) è fornito da "Le Dèjeuner" di François Boucher  (oggi conservato al Louvre) che offre uno spaccato di felice intimità domestica in un salotto stile rococò. E' molto probabile che si tratti proprio della famiglia del pittore stesso: la moglie seduta sulla destra, i loro figlioletti, la sorella dell'artista che imbocca la fillette (la bimbetta); il papà è in piedi e rivolge lo sguardo verso la bambina più grande. Il camino fa capolino sulla sinistra. Questo è un prezioso documento relativo all'art de vivre all'epoca di Luigi XV.

Sempre nel diciottesimo secolo, Louis-Michel Van Loo ritrae un Louis XV in pompa magna: trucco e parrucco ineccepibili, abito per forza di cose regale, trono alle spalle ed a fianco un maestoso camino neoclassico in marmo: qui simbolo di potenza e solidità.

         
 "Louis XV"

Ma il camino all'epoca -come oggi del resto- non evocava soltanto idee religiose, affettività o potere, ma anche intimità personale. Ne è prova "La Toilette" del succitato Boucher che raffigura due fanciulle in un angolo della camera da letto affaccendate nell'ardua scelta tra un copricapo e un altro mentre un gatto dorme bellamente sotto la sottana della dama seduta in poltrona. Ben in evidenza è il grande ed elegante camino insieme con il parascintille a cavalletto.


"La Toilette"
         

Il camino anche quale compagno silenzioso di riflessioni e valutazioni personali, acceso o spento che sia, basta la presenza. Ed ecco "The Grey drawing room" e "The quiet hour" di Albert Chevallier Tayler, artista Inglese del '900 specializzato nella pittura di genere, ovvero  rappresentazioni pittoriche che hanno ad oggetto scene ed eventi tratti dalla vita quotidiana.

 
"The Grey drawing room"

Nel salotto (drawing room) siede in poltrona un signore di mezza età, distinto ed elegantemente abbigliato intento a  visionare  un documento;  altri sono scivolati sul pavimento alla rinfusa. Il camino in marmo chiaro è in bellavista e sulla cornice una statuetta sempre marmorea. La luce che proviene dalla finestra è biancastra: quindi tarda mattinata e non c'è ancora bisogno di accendere il focolare. Però forse quello vicino al camino è proprio l'angolo di raccoglimento del proprietario di casa lontano da occhi indiscreti.

Ma anche una dama si è creata il suo habitat sempre al fianco di un camino e questa volta acceso, com'è sempre acceso (nel bene e nel male) l'animo delle donne. Comunque è tempo di tranquillità anche per la protagonista del quadro. " The quiet hour" .

 

"The quiet Hour"

Saranno le cinque -più o meno- di un pomeriggio di mezza stagione; Autunno, e non Primavera dato che il prato che si intravede dalla portafinestra semiaperta appare brullo e scolorito e.. delle fiamme del focolare si vedono i riflessi sulla colonna del camino; il the è stato servito con l'argenteria come fosse un'abitudine della casa, evidentemente si tratta proprio della padrona dell'elegante dimora.  Sì, è sicuramente casa sua perché la posizione rilassata non si confà ad un'ospite. Forse sta leggendo una lettera appena ricevuta al chiarore dell'abat jour e al tepore del camino aspettando tranquilla l'Inverno.

 

Il realismo di queste opere fa comprendere bene il ruolo fondamentale del caminetto nell'iconografia in generale e come a questo venissero attribuite valenze simboliche nella comunicazione di uno stato d'animo, di un'atmosfera, di un valore sociale. Se non ci fosse stato il camino questi quadri avrebbero avuto lo stesso impatto emotivo? Forse no.

Chi non immagina il Natale e i suoi preparativi in compagnia di un bel fuoco acceso in salotto? Ed ecco sempre l'inglesissimo Tayler che viene in soccorso con il suo "The Christmas Tree"


"The Christmas Tree"

Riunione dei bambini della famiglia (forse anche dell'intero quartiere visto che sono davvero tanti!) in occasione dell'addobbo dell'albero di Natale. Il nonno ovviamente non partecipa, ma è comunque intento a calmierare l'irruenza del nipotino con il cavalluccio di legno. Vorrebbe stare tranquillo di fianco al camino, ma non può dato l'impiccio del vivace pargolo. 

A proposito del Natale: non si potrebbe sopravvivere senza un camino altrimenti Babbo Natale e, a Gennaio, la Befana come farebbero a portare i loro doni scivolando nella canna fumaria? Impossibile. Quindi bisogna per forza avere un camino e chi non ce l'ha se lo deve procurare! Eppoi è necessaria una profonda cornice superiore perché a Babbo Natale bisogna far trovare i biscotti e una tazza di latte caldo per ristorarsi e alla Befana una vecchia calza vuota da riempire sperando di essere stati buoni e di non trovare carbone al posto delle leccornie.                                               

Il camino è dunque testimone e metafora  di convivio ma anche di solitudine, di allegria ma anche  di solennità, di potere  ma anche di umiltà..alla fine intorno al fuoco si riscoprono le origini. Come quando i vecchi -anche soltanto qualche decennio fa- radunavano il loro clan  sul finire della giornata per raccontare favole fantastiche di fantasmi, di streghe, di principesse  ed anche di com'era dura lavorare nei campi sotto il sole cocente e la pioggia battente.

Il fuoco è uno dei quattro elementi basilari del creato insieme alla terra, all'aria e all'acqua, secondo il filosofo presocratico Talete

..ed è talmente importante che anche il nostrano Collodi (al secolo Carlo Lorenzini) se ne è accorto; e nel suo "Avventure di Pinocchio" scriveva: " La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da un sottoscala. La mobilia non poteva essere più semplice: una seggiola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. Nella parete di fondo si vedeva un caminetto acceso, ma il fuoco era dipinto, e accanto al fuoco c'era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori fumo, che pareva fosse vero".

Piuttosto di non avere il camino, uno è disposto pure ad inventarselo!

Autore

Lara Zanicotti

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