Diverse tipologie di legna da ardere e di pellet: come riconoscere quelle di qualità, per riscaldare e risparmiare

La necessità urgente di trovare delle soluzioni all' inquinamento ambientale che affligge il nostro tempo, ha incrementato sul mercato la domanda di combustibili ecologici per il riscaldamento, come il pellet e la legna, che sono delle valide alternative ai combustibili fossili.

Saper scegliere la legna da ardere e il pellet migliori è fondamentale per ottenere una resa termica sempre elevata. Tra le varie tipologie di legna impiegate per alimentare camini, stufe e caldaie, è preferibile optare per quelle classificate come dure, piuttosto che per le essenze dolci. Appartengono alla categoria dei legni duri le specie che provengono prevalentemente dalle latifoglie, tra cui: il faggio, il frassino, la betulla, il rovere, il carpino e l'acero; creano una combustione con fiamme corte, lunga e durevole, sono ideali per il riscaldamento e sono meno resinosi rispetto ai legni dolci, come il pino, il larice e l'abete, che provengono invece dalle conifere.

Le essenze dolci si accendono con più facilità e, anche se sprigionano un calore più forte, bruciano velocemente, le fiamme sono lunghe e meno durature ed è pertanto opportuno usarle per avviare il fuoco o, soprattutto, come combustibili per i forni, i quali richiedono un giro di fiamma lungo. Inoltre creano più creosoto rispetto alle essenze forti, per cui se sono impiegate per stufe e per camini, occorre pulirli più spesso. Un specie da evitare sia per il riscaldamento che per la cottura è il cipresso, conifera che brucia troppo rapidamente, lascia una gran quantità di cenere carbonizzata, sporca tantissimo la canna fumaria e non riscalda. Tra le conifere fa eccezione  il ciliegio che è molto più adatto per la cottura che per il riscaldamento.

Altro fattore fondamentale per un ottimo rendimento è la stagionatura che impiega due anni per essere completa. Un legno non stagionato contiene un alto tasso di umidità che rende maggiormente difficoltosa l'accensione ed emette un calore nettamente inferiore rispetto ad un'essenza ben stagionata, che ha un contenuto di acqua che si aggira tra il 10% e il 15%.

Potere calorifico di alcune specie legnose dure con umidità residua del 12%, espresso in Kcal/Kg:

ESSENZA DURA

POTERE CALORIFICO Kcal/Kg

ACERO 4607
BETULLA 4968
CARPINO 4640
CASTAGNO 4599
FAGGIO 4617
FRASSINO 5350
ROBINIA 4500
ROVERE 4631

Potere calorifico di alcune specie legnose dolci con umidità residua del 12%, espresso in Kcal/Kg:

ESSENZA DOLCE

POTERE CALORIFICO Kcal/Kg

ABETE BIANCO 4650
ABETE ROSSO 4857
DOUGLASIA 5030
LARICE 4050
ONTANO NAPOLETANO 4700
PINO MARITTIMO 4952
PIOPPO 4130

Anche nella scelta del pellet, che viene ricavato della segatura del legname puro, ossia non verniciato, occorre prestare molta attenzione: ne esistono svariati tipi e le essenze più usate sono l'abete, il faggio e il rovere. Il pellet formato da segatura di abete, provenendo da un legno tenero, si accende con molta facilità, ma la combustione non è molto durevole, il pellet di rovere richiede maggior tempo per l'accensione, ma le fiamme durano più a lungo, il pellet di faggio è considerato uno dei migliori, sia per rendimento che per durata della combustione e poi c'è il pellet misto faggio-abete che ha una buona resa termica e rilascia una quantità modesta di cenere residua.

Le specie di qualità sono quelle che hanno una colorazione chiara, una superficie liscia e lucida e una lunghezza dei pezzi che non supera i 30 millimetri; al momento dell'acquisto del pellet è necessario accertarsi che sia certificato, controllando se sulla confezione sia riportata la sigla DIN 51731 o O-NORM M7135 o DIN PLUS, oppure che sia contraddistinto dal marchio Pellet Gold.

Potere calorifico di alcuni tipi di pellet, espresso in Kcal/Kg:

TIPI DI PELLET

POTERE CALORIFICO Kcal/Kg

ABETE 4660
ABETE-FAGGIO 4686
FAGGIO 5180
LARICE 4500
ROVERE 4639

Vi sono dei particolari accorgimenti per riconoscere un buon pellet: se immergendo un cilindretto in acqua, questo affonda e si disfa, vuol dire che contiene additivi e leganti chimici, le cui emissioni, non solo sono inquinanti, ma possono provocare dei danni al funzionamento della stufa o del camino; inoltre, se durante la combustione vengono rilasciati strani odori, diversi da quelli del legno, è indice della presenza di vernici. Esistono delle nuove varietà formate da sostanze vegetali, come il mais, il nocciolino di oliva, i gusci di nocciole e di mandorle, ma sono ancora in fase di studio e di sperimentazione per verificarne la resa e l'eventuale propagazione di fumi non compatibili con gli apparecchi di combustione.

Autore

Antonietta Zazzara

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