Nuova energia dagli scarti: il progetto di trasformare i fondi del caffè in pellet

L'azienda friulana Cattelan Distributori Automatici ha avviato il progetto di recuperare i fondi del caffè restituiti dalle macchinette per trasformarli in pellet destinato al riscaldamento. Uno studio dell'Università di Udine ha infatti scoperto che i fondi del caffè hanno un importante potere calorico ed energetico: trasformati in combustibile organico, presentano una resa energetica doppia rispetto al legno.

Immaginiamo che qualcosa che quotidianamente siamo abituati a buttare nella spazzatura perchè inutilizzabile, diventi improvvisamente 'prezioso' e utile al nostro benessere, come, ad esempio, quello garantito dal riscaldamento domestico durante i mesi invernali. Immaginiamo che questo 'qualcosa' sia rappresentato da una delle tipologie di scarti che noi italiani produciamo di più, come i fondi del caffè: un'ipotesi che se dovesse trasformarsi in realtà rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione per il mercato dell'energia, sia in termini di risparmio, che di sostenibilità ambientale

(I fondi del caffè possono essere recuperati e trasformati in fertilizzante e combustibile organico, come il pellet)

Sogno impossibile? Assolutamente no, visto che già da tempo c'è qualcuno che ha fiutato le potenzialità dei fondi del caffè, avviando l'ambizioso progetto di poterli recuperare per farli risorgere a nuova 'vita', con nuove funzioni e destinazioni d'uso. Oltre alla possibilità di poterli riutilizzare come fertilizzante, proprietà che già le nostre nonne conoscevano visto che era abitudine diffusa concimare la terra delle piante con questo genere di scarto, i fondi del caffè hanno infatti un importante potere calorico ed energetico: trasformati in combustibile organico, come il pellet, presentano una resa energetica doppia rispetto al legno e, se utilizzati per la produzione di calore tramite pirolisi, sono in grado di produrre un carbone vegetale molto prezioso per fertilizzare il terreno. 

E' ciò che ha scoperto il dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università di Udine che ha avviato uno studio in collaborazione con il suo spin-off Blucomb, azienda specializzata nello sviluppo di stufe e bruciatori alimentati a biomasse per la produzione di biochar, il carbone vegetale ottenuto dalla combustione per pirolisi.

A sollecitare e sostenere la ricerca, l'intuizione della Cattelan Distributori Automatici (C.D.A.), società friulana operante nella produzione di distributori automatici di bevande, che da tempo ha avviato una serie di interventi per rendere la sua azienda energeticamente efficiente ed ecosostenibile: in un'ottica di sostenibilità ambientale ed efficienza dei processi produttivi, l'azienda ha intravisto nei fondi del caffè uno scarto industriale interessante da recuperare.

(La Cattelan Distributori Automatici - C.D.A. - di Udine ha avviato uno studio sulle proprietà organiche degli scarti di caffè restituiti dalle macchinette)

Da questa intuizione l'azienda è poi passata ai fatti, avviando uno studio sulle proprietà degli scarti restituiti dai distributori automatici, valutandone qualità e potenzialità nella generazione di calore. Dalle analisi è emerso che i fondi di caffè non contengono metalli pesanti come piombo, cromo e cobalto, con basse concentrazioni di nichel, rame e zinco, mentre sono ricchi di minerali come potassio, ferro e calcio utili per nutrire il terreno. 

Questi dati, uniti ai risultati dello studio condotto dall'Università di Udine sulle proprietà energetiche dei fondi del caffè, ha convinto la C.D.A. ad avviare il progetto di recupero degli scarti dei suoi distributori per convertirli in pellet e utilizzare così il combustibile per riscaldare uno dei capannoni produttivi dell'azienda. Dopo la fase sperimentale, il passo successivo sarà quello di ottimizzare la fase di pellettizzazione e di analizzare le emissioni gassose prodotte dalle combustione, allo scopo di valutarne l'impatto ambientale. 

(La C.D.A. ha avviato il progetto di recupero degli scarti dei suoi distributori per convertirli in pellet che sarà utilizzato per riscaldare uno dei suoi capannoni produttivi)

Se al termine della fase di test il progetto di trasformare i fondi del caffè in pellet si dimostrerà fattibile, potrebbe dimostrarsi estremamente interessante il coinvolgimento nel recupero degli scarti di bar, ristoranti e punti di ristoro. E se tutto ciò dovesse poi essere esteso anche al settore delle cialde per le macchinette da caffè domestiche, l'iniziativa avrebbe dei risvolti decisamente importanti in termini di risparmio economico e sostenibilità ambientale.

Basti pensare che in Italia si consumano annualmente circa un miliardo di cialde: differenziando i fondi del caffè dagli involucri di alluminio e plastica, l'importanza di questo progetto crescerebbe in maniera esponenziale.

Autore

Dott.ssa Elisa Di Mattia

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