Quali sono i fattori che influiscono sul costo di una stufa a pellet?

Una stufa a pellet può costare tra i 700 euro sino a più di 4000 euro. Ma quali sono i fattori che incidono sul costo del vostro apparecchio? E su quali occorre concentrarsi maggiormente per raggiungere il comfort che si considera essere ideale nella propria abitazione?

Sono sempre di più le persone che stanno progettando di cambiare il proprio sistema di riscaldamento, passando dal classico termosifone alla stufa ed in particolare alla stufa a pellet. I risparmi a lungo termine sono davvero interessati, ma nel conto bisogna anche inserire il costo della stufa. Quanto occorre dunque sborsare per acquistarne una?

I costi possono variare da un minimo di 700 euro sino a oltre 4000 euro. Ma cosa cambia tra un modello base e il top della gamma?

Ampiezza dell'ambiente e potenza sono l'aspetto da valutare in primis

Una stufa a pellet può variare da una potenza (nominale in kilowattora) da 5 a 20 kW. Alla base di tutto c'è un una formula matematica che fornisce il fabbisogno termico con un calcolo approssimativo. Tale calcolo fornisce il totale delle kilocalorie necessarie per riscaldare la propria abitazione.

 Il calcolo è il seguente:

 (superficie x h) x coefficiente termico = Kcal necessarie

Sulla base di questo calcolo, 5-8 kW sono sufficienti per una superficie da 150-200 circa m3, 8-12 kW per 200-300 m3 e 12-20 kW per 300-5003.

Potenza nominale kW

m3 riscaldabile
5-8 150-200 circa
8-12 200-300 circa
12-20 300-500 circa


Un esempio, tanto per chiarire un po' le idee. Se un appartamento di 90 metri quadrati ha un'altezza di 2,5 metri, la cubatura totale sarà pari a 220 metri cubi, quindi sarà necessaria una stufa che abbia una potenza di almeno 8 kW.

Riscaldamento ad aria o ad acqua?

La seconda domanda da porsi è: dove necessitiamo di calore? E quindi, ho bisogno di una stufa a pellet ad aria oppure ad acqua? Nel primo caso, si tratta di stufe che riscaldano l'ambiente in cui sono installate (ventilate) oppure più ambienti (canalizzabili). Nel secondo caso, oltre a riscaldare l'ambiente o gli ambienti, permettono di generare acqua calda sanitaria e riscaldare l'acqua nei termosifoni (sempre che ne abbiate ancora bisogno). Ovviamente, il costo andrà a crescere rispettivamente per le stufe a pellet ventilate, canalizzabili e ad acqua.

Quali modalità di accensione esistono sul mercato?

Un altro fattore che comporta una spesa maggiore, è sicuramente la modalità di accensione della stufa a pellet. In commercio, esistono tre modalità di accensione:

  •  manuale: per avviare la stufa occorre utilizzare fiammiferi e un liquido infiammabile, così come si fa con una stufa a legna tradizionale;
  • semiautomatico (self-starting): si avviano premendo il pulsante di accensione presente sulla stufa oppure azionabile a distanza con un telecomando;
  • automatico: si avviano mediante un termostato temporizzato regolabile secondo le esigenze che l'utente imposta o addirittura da remoto.

Naturalmente, più la stufa sarà "tecnologica" più il costo crescerà. Addirittura, ci sono stufe a pellet controllabili da remoto: questo è possibile tramite l'acquisto di un Gsm Control, che, nonostante sia piuttosto costoso, circa 500 euro, consente a una o a più persone di comunicare con la propria stufa, accendendola, attraverso l'invio di un Sms o una chiamata.

Modalità del caricamento del pellet

 Nel caso delle cosiddette "caldaie autonome", il pellet viene prelevato appunto in modo automatiche dal deposito che in genere è un silos: il caricamento, avviene attraverso un impianto a coclea, funzionale quando il silos e la caldaia distano un massimo di 2 metri; tale meccanismo "pesca" il pellet, invece di farlo semplicemente cadere. E' un sistema adatto quando occorre riscaldare superfici davvero molto ampie.

Solitamente, però, nelle abitazioni sono più che sufficienti impianti semiautomatici: in questo caso il caricamento del pellet viene effettuato manualmente dal proprietario, quando il serbatoio del combustibile è vuoto. Il caricamento deve essere efffettuato ogni 15 ore nel caso di stufe più piccole e ogni 45 nel caso delle stufe più grandi. Detta in questo modo, il caricamento manuale sembra un'operazione faticosa: in realtà, bisogna tener conto del fatto che un sacco di pellet, pari a 15 kg, ha una durata di 48 ore di riscaldamento continuo medio; di conseguenza, sempre naturalmente in base alle esigenze di tutti, ogni 15 ore sarà sufficiente ricaricare il serbatoio con mezzo sacco di pellet. Senza contare poi il fatto che più la stufa a pellet è potente, meno dovrete ricaricarla.

L'estetica ha un prezzo: è solo all'utente che spetta decidere quanto spendere dal punto di vista del design

Tutti i fattori elencati sino ad ora dipendono sì dall'utente, ma in modo comunque sempre piuttosto indiretto. A meno che non abbiate costruito ex novo la vostra casa, infatti, se abitate in una dimora più "antica", ci sono aspetti che non potete, per così dire, controllare: difficoltà maggiori nel riscaldare gli ambienti, metratura o possibilità di installare ovunque si voglia la vostra stufa a pellet.

Ma un aspetto sul quale avete il quasi totale controllo è l'estetica. Quasi, perché, naturalmente, una stufa a pellet tencologicamente più avanzata sarà anche per forza di cose costruita con materiali più costosi. In generale, in commercio, si trovano stufe a pellet in ceramica, maiolica, ghisa, acciaio, pietra ollare o cotto.

Il "cotto", ad esempio, è il più costoso, ma è perfetto per uno stile country. La ghisa è adatta per chi ama lo stile vintage, mentre l'acciaio per le case più moderne. Ovviamente, maggiormente saranno le decorazioni, maggiore sarà il prezzo. Se dovete salvaguardare il portafoglio, tenete a mente che l'obiettivo di installare una stufa a pellet è di risparmiare (sul lungo tempo), ma anche che, visto il costo di base non così di poco conto, l'apparecchio che sceglierete vi accompagnerà per diversi anni.

Autore

Dott.ssa Giulia Scatolero

Visualizza l'elenco dei principali articoli

(Clicca sulla cartella per espandere più articoli)